venerdì 1 dicembre 2006

scatola di cartone

e dalla scrivania lo guardava. lui, dentro una camicia rosa ralph lauren. "custom fit" gli aveva comunicato, quasi orgoglioso, il commesso al momento dell'acquisto. non gli aveva prestato grande attenzione rispondendo "va bene, la prendo" ed allungandogli, con gesto comune, la carta di credito. quella camicia lo aveva da subito fatto sentire a proprio agio. era stata in svariate occasioni il suo portafortuna ed ora lo lasciava nudo davanti alla inquisitoria scatola marrone. una scena vista mille volte nei film americani ma mai vissuta in prima persona. erano i poliziotti che riempivano le scatole con le loro scartoffie, era maverick che porgeva alla vedova la scatola di effetti personali di goose. aprì un cassetto trovandolo pieno di scartoffie inutili alla sua futura vita fuori da quelle mura: le sue penne erano sicure nella valigetta in pelle nera, il computer con loro. non aveva veramente molto da fare, la sua ultima giornata era più un commiato che un giorno lavorativo. aveva già provveduto a passare i suoi clienti a michele introducendolo negli ultimi mesi e passandogli tutti i suoi contatti. a lui da ora inutili. aveva chiuso con quella vita e doveva solo riuscire a riempire il vuoto della scatola. priscilla lo aveva messo in difficoltà. prese l'ingombrante oggetto e lo poggiò in attesa in angolo. chiamò giovanna e le domandò di disporre dolci e patatine sul suo tavolo. sarebbe tornato in un'ora, il tempo di un ultimo giro per l'azienda e quattro chiacchiere coi colleghi più stetti. passò una buona mezzora ed un altro cappuccino con michele. poi tornò preparandosi ad accogliere tutti per il suo addio. alla domanda "che farai?" avrebbe risposto vagamente. non lo sapeva con certezza, pensava ad una vacanza in qualche località conosciuta. ormai avrebbe potuto vivere di rendita, il suo piano era riuscito. i 13 anni di impegno costante lo avevano premiato ed ora poteva raccoglierne i frutti. soddisfatto se non felice. rimaneva quella maledetta scatola in angolo. risultò forse evidente il suo imbarazzo a tutti quelli che nelle ore successive passarono per il suo ufficio. la vuotezza di quegli anni rappresentata da un contenitore pieno di niente. la colpa della stronza iniziativa di priscilla. passò anche lui, con sguardo triste lo salutò un'ulteriore inutile volta.
dopo un paio di ore decise la fine delle visite. Era pronto ad andarsene. avvicinò la porta e si diresse alla scatola che lo fissava ancora dalla sua stupida bocca aperta ed affamata. la affrontò: la mise sul tavolo, aprì il cassetto della cancelleria, prese un pugno di bic, una gomma e li poggiò nello spazioso fondo. chiuse la cassettiera a chiave. ci giocherellò fino alla porta poi la porse a giovanna con una busta di ringraziamenti ed un cospicuo assegno. vide la tristezza nei suoi occhi assieme a quei fugaci rapporti avuti negli anni passati. camminò oltre. incrociò priscilla , gli fece cenno e lo vide abbassare occhi che, accidentalmente, incrociarono il triste contenitore. decise qui di salpare alla volta di qualche remota regione della francia meridionale.

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