lunedì 12 luglio 2010

Il frinire delle cicale, due Heineken ed una Coca Cola

Si domanda quando le cicale smetteranno di cantare. Può succedere in un minuto, un lento scemare come la musica dell’autoradio inghiottita dietro ad un finestrino elettrico che sale. Col sapore in bocca di chi ha cenato ma non troppo. Con moderazione, si corregge. Intanto non ci pensa. Si concentra sulle cicale. Impegnato al punto da ignorare pure gli attacchi ripetuti delle zanzare sui suoi muscoli poco tesi. Non suda, trattiene tutto facendosi asciugare da ogni giro di ventilatore che fa sbattere un poster alle sue spalle.
“Frinire” dice ad alta voce, tanto per sentirsi. Per accompagnare il concerto fuori dal terrazzo. Didascalico.
La storia è sempre la stessa: un film già visto, dei discorsi già sentiti e delle parole che non ha voglia di leggere. Quindi si gode il concerto seduto su una sedia precaria. Le mani dietro la testa, le gambe in avanti. Accavallate sugli stinchi filiformi. Una sigaretta certo la mettiamo in questa scena. Un piccolo ritocco ad una altrimenti troppo realistica invenzione. Nella mano destra quindi una sigaretta accesa incerta. Il braccio lo vedo molto come in quello della Morte di Marat. Ostentatamente vittima della forza di gravità.
Ed il concerto continua.
E sembra non succedere mai niente che poi quando succede troppo ci si stressa in un vortice di iperattività ed iposensorialità. Un po’ come quando ci si brucia la lingua con la prima portata di una cena fantastica. Quindi non si può far altro che ricordare. Intessendo trame più belle di quelle che in effetti erano.
C’era quella sera di qualche estate fa quando dopo il lavoro il nostro Andrea stava al solito tavolo in plastica bianca. Davanti 2 bottiglie di Heineken ed una Coca Cola. Vincent e Sara. Aria piombo che si attacca ai polmoni e piccioni troppo invadenti. Sara aveva un vestito bianco allacciato con solo un nodo dietro i capelli raccolti. Aveva questo collo che era roba da film porno preadolescenziale. Immaginate Liv Tyler in Io Ballo da Sola. Roba così. Parlava con Vincent mentre il nostro Andrea se ne stava attaccato alla birra a guardare l’aria occupare sempre più volume.
Poi il rutto trattenuto.
A questo punto Sara tirava dalla cannuccia arancione mentre Vincent non la piantava di parlare. Era simpatico Vincent. Aveva un sorriso contagioso ed amava fare cose improbabili. Fu così che quella sera si infilò la sua bottiglia di Heineken nel culo.
Il resto è storia.
Fuori dal bancone di Andrea solo un grillo strafatto di concime continua a cantare stonato.

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