lunedì 14 febbraio 2011

Amiamoci

È una maglietta con un cuore disegnato che mi fa ripensare a te. A quel regalo di alcune taglie di troppo. Al tuo sorriso ed al tuo: “bè, la metterò per andare a dormire. Che è pure meglio così”. Non avresti mai cambiato un regalo allora. Specie un regalo del genere. Quel tipo di regali di cui ero così certo che non mi curavo nemmeno della tasca in cui avevo sepolto lo scontrino. Avevi un sorriso tra i denti che era allusivo come lo riesce ad essere una quindicenne che non perde una puntata di Sex and the City. Ed io mi sentivo fortunato in quella stanza all’ultimo piano. Con la finestra che dava su uno spazio di ruderi incontaminati. Lasciati alla loro naturale implosione, quasi Dio si fosse dimenticato di loro. Quelle costruzioni abbandonate mi piacevano, specie dopo una nevicata intensa. Mi sembra anche di avertelo detto una volta o l’altra. Mentre ascoltavo il tuo odore invece che i tuoi discorsi, quando parlavo solo per rendermi conto di esistere. E ci guardavamo i piedi seduti sul bordo del letto, con la porta chiusa a chiave. Una porta tanto sottile che lasciava passare il suono da pane che si fa dei programmi che tua mamma guardava in televisione mentre stirava nell’altra stanza. Ed io che sapevo che in fondo non mi piacevi, e tu che lo avevi sempre saputo.
Quel giorno mi ricordo di averti detto: “Amiamoci”
Tu avevi risposto orizzontale: “perché no?”
Ed è da allora che continuiamo a rovinarci la vita.
Ma per lo meno tu avevi delle tette davvero grosse.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ci trovo molti elementi autobiografici (spero non tutti!!) tipo la mia maglietta I love Motor Show che uso per dormire... sbaglio! bè sicuramente se poi questo racconto l'ha scritto Michele!
Domanda: ma perchè non vi firmate?

Nome

nome ha detto...

eh, l'unica maglietta contemplata è I ♥ Sestavocale...
niente di autobiografico, una fervida immaginazione estremamente realistica.