mercoledì 16 marzo 2011

Intermezzo in una giornata difficile

Svangare una giornata difficile con un bicchier di vino era possibile quindici anni fa quando cercavamo di toglierci di dosso per la prima volta quell'aura angelica e genuina che iniziavamo a detestare. Con i primi peli sulle guance coltivati con perizia, scrupolo e scalpitante impazienza da mostrare ad ogni costo, i primi ruggiti di ribellione a gonfiare le vene del collo sguainando denti famelicamente inoffensivi, indossando abiti anacronistici, cimeli di tempi morti da un pezzo o forse addirittura mai esistiti. Sempre a sognare rivoluzioni dal sapore agrodolce sotto cieli caraibici, a cercare soluzioni impossibili per situazioni reali con la testa traboccante di certezze "per sentito dire". Serate intere a imitare i vecchi con briscole o scoponi scientifici, scacchi e occhiali dalla montatura spessa in tartaruga per darsi un tono e Dostoevskij o Camus ad ammuffire nelle tascapane. Nottate buttate in locali fumosi con il legno dei tavoli impregnato di vino, scritte, cenere e storie da osteria, metà vere e metà fantasia mista a malinconia per quello che è stato e che non sarà mai più o per quello che non è stato quando avrebbe potuto, quando il tempo era quello giusto. I primi desideri di un'identità personale, unica e migliore: la prima pietra del ponte a campata unica tra un'adolescenza disperatamente disprezzata e una maturità solo idealizzata e desiderata ma ancora troppo lontana per essere realizzata. Il vino di bassa lega a incendiare lo stomaco per giorni e liberare la mente per un secondo, sciogliere le parole e abbattere le barriere tra sogno e realtà. Conquistare le ragazze con pirotecnica timidezza per rubare un bacio da incorniciare e sul quale fantasticare per mesi e mesi. Storie di conquiste da gonfiare ogni volta un pò di più fino ad arrivare a convincersi di aver veramente fatto un'impresa in realtà solo sognata. Tutto talmente possibile da convincere anche il più diffidente, tutto così intatto e pronto per essere rotto, devastato, sventrato e ricostruito con un metro diverso, su misura. Tanta energia e vitalità, gioia e spensieratezza da far camminare una mummia da Roma a Bologna in una notte. Anni di luce senza ombre, senza turbamenti, senza pensieri negativi, senza doveri... anni luce dalla realtà.
Oggi, mi ritrovo ancora buttato su queste scomode panche legnose di quello stesso locale, così uguale e così diverso rispetto a quello di quindici anni fa a cercare di svangare una giornata difficile con qualche bicchiere di vino sotto il monito di un perentorio divieto che mi intima, fluorescente, di non fumare.

1 commento:

Casa Editrice Gigante ha detto...

Un post al giorno tutti strabelli! fate, fai, paura!