lunedì 14 novembre 2011

Un romantico aperitivo (colonna sonora di Gianluca Grignani)

Mentre parlano a lui viene in mente una canzone di Gianluca Grigniani. Una di quelle che in una estate avrà risentito milioni di volte. Masticando una pizza gommosa con la faccia tirata dalla scottatura del sole.
Sorride.
La birra gli suda nella mano sgasandosi.
Lei risponde che in effetti non ha ancora capito bene quello che vuole fare. Si guarda i piedi. I capelli tirati in avanti le scoprono il collo bianco. Dice che per ora vorrebbe mettere da parte quello che basta per un viaggio in sud America.
“e poi chissà” dice rialzando lo sguardo.
Ha quel sorriso che non riesce mai a fare quando la fotografano, nemmeno per sbaglio. Gli occhi sono ancora lucidi dei sogni realizzabili. Sembra immaginarsi il viaggio, lontano da lì. Lontano da lui. Come se quel momento fosse ininfluente. Come se non fosse più lì.
Cosa farebbe Gianluca Grignani lui lo sa: si tirerebbe indietro i capelli e direbbe: “io un amico lo perdono, mentre a te ti amo…”
Intendendo: sesso estremo.
Intendendo: milioni di adolescenti in visibilio.
Intendendo: milioni di copie vendute.
Intendendo che con tutti quei soldi che si è fatto se lo compra tutto il cazzo di sud America che la sembra attrarre tanto. Comprese arepas e dulce de leche.
Lei intanto è tornata al suo Campari. Morde la cannuccia nera e quasi non beve. Emette dei suoni che ricordano i momenti in cui ha appena smesso di piovere in spiaggia.
Sa di un profumo che descrive le giornate di sole in campagna.
Ha due tette gigantesche.
Lui si costringe a guardarla in faccia. Ignorando le canzoni che gli si ripropongono in testa e l’inequivocabile risvolto pornografico.
Esita appoggiandosi allo sgabello nero scrostato che ha alle spalle.
E sorride. E sì che il sud America è un gran bel posto, certo lui lo sa perché per lavoro ci è dovuto andare.
“E per lavoro non è mica come un viaggio di piacere. C’è tutto quel contorno. Quelle cene interminabili e quelle battute da capire al volo. E riderci a crepapelle. E poi mani da stringere, persone da vedere. E così finisce che non ho più nemmeno il tempo per cambiare il mondo.”
 “Forse sto invecchiando” aggiunge con malcelata modestia.
Respira.
Ha questo sorriso che a lei ricorda qualcosa di un calciatore. Non sa bene come si chiama ma qualche tempo fa è stato popolare. Il suo ex ne parlava sempre. Perlopiù gli dava del finocchio. Ogni volta che al telegiornale appariva la sua faccia Michele inevitabilmente diceva: “ma vedi quel finocchio…”. E lei mica l’aveva mai pensato, anzi quel sorriso che le si riproponeva non era affatto male. Ed anche quel profumo che sapeva di dopobarba. Peccato per quel modo di essere comune. Con quella camicia che sarebbe meglio portasse fuori dai jeans. Con quegli occhiali che le ricordano i film con Tom Cruise.
Pazienza, e via con un altro sorso di spritz allungato dal ghiaccio che si è sciolto.
E lui prosegue: “è che ultimamente mi sembra di non riuscire a concludere niente. Cioè, vedo quello che succede in giro ed ho questa sensazione che dovrei trovare il modo di fare qualcosa. Lo dovremmo trovare tutti. Ma quando stiamo 8 ore al lavoro, 1 ora nel traffico ed il resto del tempo a cercare di cucinarci qualcosa di commestibile dove lo troviamo il tempo? C’è da essere ovunque, in ogni momento. C’è da essere multitasking. C’è da diffondersi tipo il cancro in metastasi.”
“nessuna speranza?”
“molto poca.”
“che fare allora?”
“non lo so, un aperitivo in questo bar con una birra sgasata ed uno spritz caldo mi sembra un buon inizio, no?”
“e come va a finire?”
A questo punto non c’è altro da aggiungere.
Il finale è una canzone di Gianluca Grignani.
Milioni di copie vendute.

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