mercoledì 11 marzo 2009

Cristina teneva nascosti 125 euro in un barattolo in cucina

Anche questa mattina mi sono svegliato troppo presto per la rivoluzione. Un sole krumiro emaciato mi tiene compagnia assieme all’oroscopo ed al caffè caldo. Il solito vestito. La solita faccia nello specchio e Cristina ancora sul divano che prova a tenere un occhio aperto. Seguire i miei movimenti come interpretare il volo di una mosca. Desiste. Mi piace la sua posizione scomposta, le gambe troppo bianche, la coperta improvvisata, l’effetto che ha sui suoi capelli il computer dimenticato acceso.
Raccolgo il nostro amore monodose sigillato dal nodo al preservativo e lo getto via.
Sparsi ci sono dei libri aperti che mi ricordano le nostre conversazioni. Che ieri significavano tutto ed oggi sono una imbarazzante eredità. Il retaggio della maturità. Della abitudine ad una vita di merda. Contraddittoria.
Mi guardo attorno come fosse l’ultima volta. Gli occhi spinti in fuori. Il naso a ricercare l’odore del vino rosso lasciato in appello nella bottiglia. Deglutisco saporaccio misto saliva. Non so se svegliarla, rubare un ricordo o lasciare un biglietto. Indecisione da suicida. Poi recupero 125 euro da un barattolo in cucina. Il prezzo della mia dignità.
Ed esco.
Cristina intanto continua a dormire.

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