martedì 27 agosto 2013

“per me un caffè, anche per te?”
“mmh”
“allora che mi racconti?”
“niente di che, solite robe, la città si riempie e mi tocca riprendere a lavorare”
“che vita di merda”
“già”
“già”
“e stefania come sta?”
“mah, bene. si è iscritta a yoga”
“oddio, che hai combinato?”
“niente, perchè?”
“bè, sai lo yoga no?”
“no, perchè”
“quello che si dice è che se la tua morosa è frustrata si iscrive a yoga”
“sarà frustrata”
“sarà colpa tua”
“non ho fatto niente, mi sono pure ricordato dell’anniversario e l’ho portata al mare a mangiare il pesce”
“un signore”
“lo puoi dire”
“forse hai ragione, quella dello yoga è una stronzata. però mi raccomando attento al pilates”
“e perchè”
“se si iscrive a pilates si rassoda il culo per qualcun’altro”
“sicuro?”
“sicuro, una volta sono uscito con una che aveva un culo talmente sodo che potevi inciderlo con lo scalpello. ci siamo frequentati un po’, usciva da una storia complicata e poi è successo che quando mi ha detto di amarmi e volere solo me quel culo amazzone era un vago ricordo”
“cazzo”
“già”

martedì 20 agosto 2013

Ho sempre paura di perdere tempo. Per questo non ho mai giocato a calcio e non ho mai posseduto una Playstation. Valuto qualsiasi attività in funzione del risultato che posso ottenere. Per questo fino ad oggi non ho combinato niente. Mi sono imbarcato in mille progetti poi, vedendo il risultato allontanarsi o non essendone più così attratto, ho mollato tutto. Le uniche soddisfazioni le ottengo in cucina dove completare una ricetta diventa una questione di sopravvivenza. Ho letto un sacco di trattati sull’incapacità di portare a termine un progetto, ho la casa piena di quei libri rilegati in giallo con tutorial per qualsiasi cosa “per negati”. Così chiunque entra in casa mia mi considera un perfetto incapace. Almeno nessuno mi ha mai chiesto aiuto per montare un mobile Ikea od installare un PC. E questo credo sia un bene. Ho quindi tutto questo tempo libero che impiego nei modi più disparati. Tipo questo.

martedì 13 agosto 2013

Stelle cadenti, lapilli e lava

La notte di San Lorenzo ero distratto e non ho guardato il cielo. Non riesco a trovare una scusa che non mi faccia sentire in colpa per tutti quei desideri inespressi. Non credo che riuscirò ad aspettare un altro anno e quindi mi agito in casa ripromettendomi di prendere in mano la mia vita. Domani, domani sarà tutto più semplice e non avrò bisogno di un aiuto divino, un desiderio da esprimere. Domani io con la mia concretezza realizzerò da solo i miei sogni. Ora però vorrei un caffè e Bologna sembra inghiottita da un fungo atomico, un silenzio irreale interrotto da qualche televisione dimenticata accesa. I bar con cartelli improvvisati mi augurano buone ferie. E continuo a trascinarmi fino a piazza Azzarita senza  molta convinzione. I pochi passanti che incrocio sembrano in strada per errore, hanno la faccia dell’attore che non ricorda una battuta e rimane con la bocca mezza aperta meravigliandosi che non ne escano le parole provate e riprovate. Qualcuno dice: “Buongiorno” come quando ci si incontra per boschi. Non mi azzardo a chiedere se c’è un bar aperto nei dintorni. Ho paura della loro faccia delusa nel caso mi dovessero rispondere di no. C’è questo senso di solidarietà tra i pochi che vivono la città d’estate. Lei invece è in Grecia e mi scrive a singhiozzo solo perchè si sente in dovere di farlo. Lo so perchè sono gli stessi messaggi che è capitato di scrivere anche a me. SMS chirurgici: “Ciao, qui è una giornata splendida anche se mi manchi. Bacio.” Non c’è nessun richiamo a noi in quelle poche parole, sono riutilizzabili. Ogni volta che li leggo mi sento più lontano ed immagino scene apocalittiche in cui nemmeno Bruce Willis può salvare la Grecia. E Stefania, un attimo prima di esplodere si pente di essere partita senza di me. Mi giura amore eterno tra lapilli e lava. Poi esplode e una tetta passa davanti alla telecamera come in un film splatter americano. Tutto questo mi fa sentire meglio. Era questo il mio desiderio per San Lorenzo, ma purtroppo non ho guardato il cielo impegnato com’ero a svuotare il bicchiere dalla birra fresca con una mano immersa in un pacchetto di patatine aromatizzate all’aceto balsamico.