lunedì 1 giugno 2009

un bel film in TV e poche cose da lasciarsi detti

“Maddai!” disse lei. Sorrideva.
Già, un bel ricordo. Quella via sporca e discutibile, quel casino di idee e capelli in testa. L’odore di kebab che colludeva col piombo sciolto dell’aria. Troppo caldo, umido. Bologna d’estate.
E quindi lui camminava con una camicia rosa Benetton irriguardosa per se stesso. Schernito dagli eventi. Intento a demolire la teoria dell’annientamento che vedeva logorare i pochi punti fermi che avesse. Teoria che peraltro aveva sempre condiviso. Fino a quando la barricata l’aveva passata aprendo la porta che ora pareva irrimediabilmente chiusa. Ed in tasca si ritrovava 3 buoni pasto, 5 euro e 70 ed un cellulare che non faceva nemmeno le foto. Era il 2007 e tutti i cellulari facevano le foto. Comeccazzo era successo che non avesse un cellulare che immortalasse gli immortali momenti degli intramontabili 27 anni? E poi quali momenti immortali?
E lei sempre di fianco, col dito tra le costole sudate e molli. Colpa del calcio. Più latte e meno cacao. Come nella pubblicità.
Via delle Lame angolo via Riva Reno. Semaforo verde. Passavano loro. Nessun’altro per come sa essere fantasma Bologna. Irreale e catatonica.
Via Marconi, poi piazza Malpighi, poi piazza San Francesco. Una plausibile destinazione per un po’. Che poi l’unica destinazione era salutarsi. In un odore di mattoni a vista. Un cordiale addio con tanto di recriminazioni pressate in uno strato generico di colpa. Sorrisi, sorrisi, sorrisi. E sicuramente qualche birra per suggellare il momento. Veloce però che quella sera alla televisione davano un bel film. Che poi ora non mi ricordo. Ma allora doveva essere molto importante.
Peccato per il black out.

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