Qualcosa di poco impegnativo. Aspettando il pranzo. Rispettando una consecutio temporum che trascina la mattina nel pomeriggio. L’eco del caffè è il richiamo del pranzo. Il frigo minimalista di salse e surgelati per tutte le occasioni. Ciononostante non so bene cosa ho voglia di mangiare. Non è una questione esistenziale ma semplicemente congiunturale. Come un incontro più o meno fortuito. L’altra sera ad esempio ho rincontrato dopo un gran tempo Karl e subito sono venuti a galla nel mio stomaco vagamente allagato un sacco di ricordi sconvenienti. Sentimenti tipo invidia del pene. Nello specifico il suo che penetrava dentro Erica.
C’era l’odore di legno bagnato e freddo e ricordi di fumo.
Karl indossava una felpa Abercrombie arancio e teneva i gomiti appoggiati al tavolo.
A questo punto mi ha chiesto come andasse ed io ho risposi che stavo da Dio. Praticamente in paradiso. E lui sembrava anche ne fosse contento. Poi gli ho tirato una bicchierata in testa che lui tutto sommato ha accettato con magnanimità.
C’era un gran casino nel locale e solo pochi erano interessati a noi due anche perché c’erano un sacco di ragazze. E anche io avrei voluto avere quella distrazione anche se tutto sommato questa posizione scomoda ma malinconica non mi dispiaceva così tanto. Bevvi un sorso sublimando nicotina in ottemperanza al cartello vietato fumare. Certo ci sarebbero stati risvolti e sicuramente non propriamente porno.
Karl disse quindi eccheccazzo. Più per cortesia che per effettiva necessità. Non era incredulo, sofferente, sanguinante, devastato, morto. Era semplicemente lì. Bevve un sorso dal suo bicchiere e continuammo a parlare dei bei tempi andati.
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