Succede che devi smettere di essere autoreferenziale. Morderti
la lingua mentre aspetti l’antipasto ed hai già bevuto 2 bicchieri di vino per
ingannare l’attesa. E l’aria sa di metallo zincato nel naso consumato dalle più
disparate allergie che non ti curi nemmeno più di verificare. Compri solo
quantità industriali di fazzoletti balsamici. E tutti sanno che hai sempre un
fazzoletto per loro. Ecco questo è appunto quello che dovevi evitare, l’autoreferenzialità.
Se dev’essere così tanto vale che ti alzi e te ne vai. Senza nemmeno aspettare
la cena che hai ordinato. Perché non ci interessi, abbiamo bisogno di dinamismo
del fare. Siamo stanchi del sempre e solito esistere. Non so se ha senso. Comunque
dai un calcio ad una sedia. Così, per aumentare l’entropia. Il cameriere ti
guarda con sufficienza. E tu raccogli una fetta di pane dal cestino intrecciato
che hai davanti. E lo butti giù con un altro sorso di vino che ti secca la
gola. Ed aspetti che la giornata finisca con la solita scusa che sei stato
impegnato e domani sicuramente non sarà così. Quindi fai così: esci e fallo.
E te ne vai senza nemmeno pagare il vino che hai bevuto.
Il cameriere si mostra ancora più disinteressato di me e
lascia il tavolo apparecchiato e pulito per metà.
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