domenica 3 dicembre 2006

dicembre

Era dicembre e la neve tardava a venire. Il fumo dai comignoli saliva dritto verso il cielo: alta pressione e niente vento. La neve avrebbe aspettato ancora. Le giornate trascorrevano uguali e monotone. Non c'era niente da fare, niente da sperare e niente da vedere. La vita appariva come un puzzle steso su un tavolo, lasciato a metà. La cornice era completa. Tutti e quattro lati uniti creavano una vaga idea del contesto ma niente di più. In alto l'azzurro del cielo, in basso colori scuri non meglio definiti ed ai lati una gradazione di tonalità che spaziavano da un estremo all'altro della tavola cromatica. Il centro era vuoto. Sul tavolo nessun tassello da inserire. Il puzzle era finito ed incompleto. La vita, in quel periodo, appariva proprio come il puzzle.
I vecchi amici erano ormai lontani come i ricordi, i luoghi cambiati ed i sogni infranti. Il tedio era l'unico ingrediente che riempiva quei giorni; nel ricordo di quelli passati e probabilmente nella prospettiva di quelli a venire. Tutto appariva pesante e faticoso, non tanto per la sua fisicità quanto per l'estrema inutilità che quel tutto lasciava trasparire. Le campane della vicina chiesa scuotevano l'animo e scandivano l'ordinato trascorrere del tempo. La cosa più terribile che possa accadere non è il peggiorare di una situazione quanto l'immobilità della stessa. In quei momenti di stallo, in cui non esiste e non si prospetta nessuna evoluzione sul piano spazio/temporale, non si riesce nemmeno a pensare a quando, in un futuro più o meno prossimo, si alzeranno gli occhi dal tavolo e si getterà uno sguardo malinconico fuori dalla finestra. Quando quel momento arriverà, nel cuore una sensazione di vuoto e di fame si spingerà sino a raggiungere la mente dove, un primo pensiero sotto forma di domanda appesantirà gli occhi: "a cosa è servito?"! Il rammarico che ne seguirà generato da un secondo pensiero sarà "perchè non ci ho mai pensato prima?"; la pesantezza agli occhi si sfogherà con lo sgorgare di una lacrima.

Mi infilo gli occhiali, mi alzo scostando la sedia e mi avvicino alla finestra.
Non nevica ancora.

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