martedì 21 ottobre 2014

...e a culo tutto il resto

È successo tutto quando hai smesso di considerare il lavoro un semplice mezzo per sopravvivere. Quando hai chiuso con le ripetizioni e le frasi criptiche. Quando hai puntato tutto sull’immagine disprezzando il libero arbitrio degli altri sensi. Hai comprato una confezione grande di profumo pubblicizzata con foto in un bianco e nero evocativo e hai iniziato a camminare più veloce. Crogiolandoti nell’urgenza. Leggendo solo le recensioni dei libri, citando i ricordi degli altri. Recuperando citazioni da pranzi di lavoro.
E non sorridi.
Vorresti ammazzarti col vino stasera ma pensi che domani devi svegliarti presto.
Controlli la mail direttamente dal telefono.
Fai i risciacqui con il Listerine.
Ti sorridi tangenziale allo specchio.
E non ti manca niente.
Manchi solo a me.
Alle serate improvvisate con troppi pochi soldi per ubriacarsi per bene. Con la convinzione che i jeans si pulissero da soli. Usando l’acqua di cottura al posto dell’olio per il soffritto che finiva sempre nei momenti sbagliati. Collezionando le prime pagine del Manifesto con l’idea di farci qualcosa di grande. E le porte di casa tua tappezzate delle cartoline più improbabili. C’era pure quella di Bologna che avevi comprato nell’edicola sotto le due torri. Su cui avevamo scritto una dedica appoggiati alle panchine di Piazza Ravegnana.

C’era scritto: “…e a culo tutto il resto”

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