domenica 5 ottobre 2014

España

Hai detto a tutti che andavi a Barcellona. Sinceramente ti sei vantato inserendo l’argomento appena c’era uno spazio nella discussione. Tutti dimostravano quell’invidia di circostanza tipica degli sconosciuti. Quei commenti fatti sull’onda di un entusiasmo sociale. E mani appoggiate sulle spalle quando ci si stringe la mano.

Eccoti quindi ad aggiornare la tua pagina di Facebook, con fotografie che sembrano rubate da momenti intensi ma che in realtà hai scelto con criterio. La foto di una birra in quel pub che sembra uscito da un film di Terry Gilliam, una fermata della metropolitana, la funicolare per il Montjuïc, una cena ad un ristorante giapponese dove si mangia al bancone. E sorridi oroglioso dei tuoi risultati mandando giù un’altra bottiglia di quella scatola da 15 San Miguel che hai fatto arrampicare fino a camera tua. Ti guardi allo specchio confrontandoti col protagonista del film che passano su Telecinco. Rimani atterrito dalla stiratura approssimativa della tua camicia in confronto alla sua. E ti guardi di profilo per considerare i benefici di un abbonamento esclusivo ad una palestra che frequenti con l’ostinazione di chi ha un frigorifero vuoto di vita e pieno di vizi con una impellente data di scadenza. E provi a sorridere ma è plastica con l’odore del wasabi che non sei ancora riuscito a lavarti via. E ti inventi qualche storia che racconterai al tuo ritorno, qualche particolare che non era così ma che in qualche modo renderai interessante. E tutte le canzoni che hai ascoltato tra un incontro e un altro per sentirti meno inadatto. È la vita che tutti vogliamo. E poi in Spagna la birra costa veramente poco.

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