e a un certo punto tutto cambia.
Se pensi alle stagioni, alle
persone, ai canali della televisione o alle tue mutande non ti stupisci.
Però se ti accorgi che a cambiare sei tu, senza che nessuno te lo abbia
fatto notare, allora credimi che qualcosa scatta. Come un colpo
fortunato di roulette russa: tac.
Il silenzio è rotto solo dal 2
che stridendo sulle rotaie sosta sotto la mia finestra. Apre le porte e
mi dedica una serenata a cui stasera non rispondo. I tram sono
abitudinari come i cani e vanitosi come i gatti.
Il cielo è buio e
sento freddo fin dentro le ossa. Mi sento addosso lo sguardo severo
della luna che trafigge il vetro disegnando aloni di polvere atavica.
Potrei tirare le tende ma non lo faccio. Mi liscio la barba di qualche
mese e con le vertigini cerco di non pensare a te. Intanto il semaforo
si fa verde, il 2 chiude sbuffando le porte e riparte fino a morire nel
silenzio della notte. Spero in qualche schianto tremendo che mi riporti
alla realtà.
Ancora silenzio e odore di notte.
Se fosse
qualche tempo fa mi sarei già stappato una bottiglia ma ho smesso di
bere e, come se non bastasse, non ho mai iniziato a fumare. Rimango
impotente a subire la luna. Sono solo, prigioniero di questo attimo
infinito.
Continuo ad avere i tuoi occhi davanti ai miei e
ad avvertire il sale delle tue lacrime sul mio petto. Come in un disco
incantato i tuoi singhiozzi mi rimbombano nella testa e il tuo profumo
non mi si stacca dal naso.
E' già passato più di un mese da quando
ti ho detto basta ma tutto è ancora fermo ad allora. Il letto dove
abbiamo fatto l'amore l'ultima volta è ancora sfatto e nessuno ci ha più
dormito. Il cartone delle pizze è sul tavolo e sul pavimento ci sono
ancora i mille pezzi di vetro della bottiglia di vino che tu non hai
bevuto.
Non so perchè quella sera dalla bocca mi siano uscite
quelle parole. Non so in quale parte di me si fossero nascoste fino a
quel momento. Non so nemmeno se mentre le pronunciavo credessi veramente
in quelle parole. Ma se tu hai creduto in quello che ti ho detto,
probabilmente te lo aspettavi o almeno mi ritenevi in grado di poterle
dire. Non mi hai nemmeno chiesto spiegazioni. Mi hai fissato negli occhi
in silenzio per un attimo che non finiva mai. Poi ti sei avvicinata e
hai appoggiato la testa al mio petto. E' stato allora che ho sentito che
stavi piangendo. Solo allora mi sono reso conto che le lacrime di gioia
hanno un sapore diverso. Poi ti sei staccata e ti sei accorta di
essere ancora nuda e singhiozzando ti sei coperta con le mani la tua
vergogna. Non mi hai più guardato negli occhi. Quando hai chiuso la
porta ti voltavo le spalle e fissavo la luna dalla finestra. E' stato
come destarsi da un sogno.
Trieste e Lisbona si fissano negli occhi e, senza potersi abbracciare, si specchiano nell'acqua.