Lo saluta da un maglione rosa e lui la guarda fingendosi
interessato a delle cose che ha da fare che in realtà non esistono. Va di
fretta solo per darsi un senso. E mentre si allontana nella direzione opposta
alla sua ricompone quei frammenti dell’immagine di lei come si fa con un puzzle
di 1200 pezzi di un’opera di Van Gogh: alla cazzo. Così prova ad inserire
quella collana di perle lunga e annodata al centro nel contesto di quel sorriso
evidente e non ne esce fuori niente di credibile. E si costringe a non voltarsi
immaginandosi che lei non aspetti altro. Che non si sia già infilata in una di
quelle vie di Bologna che sembrano risucchiarti ed avvolgerti al punto che ti
domandi se davvero da quel pertugio riescono a passare le auto. È convinto
davvero che lei non aspetti altro che vederlo allontanarsi come nei film.
Svolta per via Indipendenza poi per via Marsala e finalmente
si domanda dove sta andando. Lo fa vedendo una famiglia passare spingendo una
carrozzina con una borsa di plastica che pende da una maniglia. Lo sorpassano
lasciando una scia di Pasta del Fissan che sembra avere la consistenza di un
uovo sodo mangiato intero. Quasi si ferma tramortito dal peso di quel
pomeriggio sulle spalle. A questo punto l’unica soluzione è rientrare in casa e
uccidere il pomeriggio con la televisione.
Ma fortunatamente saltò la luce in tutta la città ed il
pomeriggio fu salvo.
Lui per una questione di coerenza si trovò costretto al
suicidio.
1 commento:
sei veramente un ladro di immagini!!
cmq me piace!
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