Non riesco a scollarmi troppo dalla realtà. Elisa cantava ed
ho spento la televisione. Dopo la canzone, dopo la certezza che quel vestito
non era solo velatamente casto. Impenetrabile. Come portare fuori a cena una
ragazza affetta di vaginismo. Una cena di quelle dense di doppi sensi. Con quelle
frasi lasciate in sospeso e con quel vino bianco che continui a versarle
infilando il pollice nel culo della bottiglia. Allusivo. Cene dove ti alzi per
andare in bagno e con sguardo complice chiedi al cameriere con un accento dell’est
il conto. E lui te lo fa. E non sorride. E non sai perché non ti sorprende. Il
lupus in fabula è la questione del vaginismo. E l’imbarazzo di sembrare sincero
nel dire: “non importa”. Pensando agli spaghetti allo scoglio da 25 euro. E a
quel profumo di Tommy Hilfiger che ti sei comperato nel pomeriggio. Ma vabbè. Volevo
parlare di altro. Quindi punto.
E a capo.
Volevo parlare di una cosa che mi sono dimenticato.
Quindi riaccendo la televisione sperando succeda qualcosa
sul limite della fascia protetta.
Non è che poi Elisa mi faccia impazzire.
È decisamente meglio Scarlett Johansson. Tra l’altro pure
lei canta, lo so perché wikipedia lo sa. Poteva invitare lei al suo programma
Fazio. Sicuramente si sarebbe vestita più trasparente. E gli ascolti si
sarebbero impennati. Ed io non avrei spento la televisione. Al massimo avrei
cambiato canale. Ma solo durante la pubblicità. Perché quelle le fa George
Clooney. E non scrivo altro.
La parola pederasta è decisamente scollegata con l’ultima
frase.
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