ordine e perfezione non sono mai stati sullo stesso piano. uno al terzo ed uno al quinto. al quarto ci abita una delle mie due nonne. al secondo ci ho vissuto per qualche anno. ora vivo all'ultimo che credo essere il terzo. non ci ho mai fatto caso data l'assenza condominiale di qualsiasi mezzo di trasporto verticale altro dalle scale. agli amici dico di suonare al citofono con scritto "citofono di casa mia" e salire all'ultimo piano. nessuno si è mai confuso. considero i miei amici particolarmente intelligenti. forse ho semplicemente troppo pochi amici da assurgere a campione attendibile. io aspetto franco che tarda, al solito. è vero poi che non ci siamo dati un'orario ma un fine. ho detto "per pranzo" e lui ha confermato "per pranzo". conosco franco da un po'. filippo da di più. oggi però filippo non viene. lui lavora.
ho un divano ed una televisione, un paio di libri da iniziare ed uno iniziato. ho fame ma aspetto trattenendomi da un grissino fagoloso al rosmarino. non mi voglio rovinare l'appetito e nemmeno imbriciolare il divano sul quale siedo fingendomi annoiato da un libro, effettivamente noioso, che però scorro con intimo disinteresse ma fruendone della compagnia. mi immmagino sempre da fuori mentre leggo. mi figuro come potrei apparire ad un potenziale osservatore. vorrei sembrare intelligente nello scorrere parole che a volte non capisco. escatologico ad esempio. dio mi fulmini se faccio un passo verso il dizionario. non mi muovo e passo impassibile alla parola successiva. che poi non si abbisogna di un vocabolario estremamente vasto per inserire parole difficili nei propri testi. io l'ho appena fatto e senza nemmeno conoscere il significato della parola redarguire.
finalmente franco arriva. si scusa per il ritardo. non sono per niente sorpreso.
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