lunedì 10 settembre 2012

Bruce Willis non legge


Insomma stavo iniziando questo racconto con una constatazione che mi sembrava particolarmente brillante. Ma avevo paura di sbagliarmi. Ho iniziato ad inciampare nei “se” e nei “ma”. Alla fine non ne sono venuto a capo. Maledetta Wikipedia. Una volta potevo avere delle opinioni, era tutto più golosamente soggettivo. Ma ora niente, non posso far altro che esprimere giudizi e false verità sul cartone della pizza bagnato di olio piccante. Ho controllato, non ne parla Wikipedia.
È in questo micromondo che mi sono fatto che si svolge questa storia. Un palco costruito con una fetta di pizza, farcita di formaggi e cipolla, tagliata a triangolo perfettamente isoscele. Tutto attorno le croste mangiate al limite della faricitura agonizzano abbandonate in ordine sparso. Inermi come le chiavi schiacciate sul tavolo dopo una normale giornata di lavoro. Ci guardo dentro ai miei avanzi e cerco qualcosa di personale ma non mi viene in mente molto.
In questi momenti non so perché ma penso sempre a Banana Yoshimoto.
E lei mi chiede com’è andata la mia giornata.
E suona come mia madre che mi chiede com’era andata a scuola.
Ho imparato a sorridere.
E questo distende l’atmosfera.
Quindi allunghiamo la pausa svuotando il bicchiere.
Lei si guarda le unghie dipinte di fresco, turgide che quasi sporcano di indecenza la tovaglia sottile di plastica permeabile.
E sono così felice di essere qui ed ora.
Manca solo un gin tonic di troppo.
Poi ci guardiamo con uno sguardo meno seppia di quello che vorremmo.  Carico di significati collegati alla sopravvivenza. Probabilmente mi domanderà se ho chiamato il medico per il raffreddore cronico che continuo ad ignorare.
Ed io le chiederò com’era la sua pizza.
Finiremo quindi a parlare di quello che c’è stasera in televisione. Decidendoci troppo tardi, quando l’emozione dell’inizio è già scemata in una trama abbastanza standard. Pronti a farci accompagnare ad una conclusione monca. Che ci lascia con i piatti da pulire prima di andare a letto.
Questa sera per fortuna abbiamo mangiato la pizza.
È questa tutta la verità.

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