domenica 21 agosto 2011

Kellogg’s e lo yogurt di Alessia Marcuzzi

Il gallo sulla scatola dei cereali mi guarda allegro. Non so cosa ci azzecchi con i cereali ma se ne sta lì, sicuro come le auto della polizia che si piazzano a 30 all’ora in mezzo alla strada. Chiaramente quando ho fretta e sono in ritardo. E non è che posso provare a spiegargli che il loro stipendio lo pagano le mie tasse, e che quindi ci dessero un po’ del gas e andassero a fare il loro mestiere. Chiusa parentesi, torniamo ai miei cereali ed alla colazione dei campioni. Che io la colazione non la facevo mai però da quando mi ha lasciato Susanna mi ritrovo con tutte le sue cose da finire prima della data di scadenza. Dentro la credenza mi sembra di avere l’intera corsia del supermercato dedicata alla prima colazione con particolare assortimento per gli alimenti ricchi di fibre. Abbiamo i Grancereale, i muesli, i digestive, delle fette biscottate integrali, una marmellata di prugne bio e senza zuccheri aggiunti, miele, tè verde deteinato, tè orange pekoe (che deve aver comprato per me) e appunto i Kellogg’s col gallo sopra. Il gallo ha questa posizione impettita e col becco aperto come mi guardasse di sfuggita stupito. Quasi mi domandasse che ci faccio io davanti ad una tazza con delle oche disegnate ripiena di yogurt e cereali. Mi fa notare che lo yogurt è lo stesso della pubblicità con Alessia Marcuzzi. Quello che regolarizza la digestione, elimina il gonfiore e ti fa diventare una figa da paura. Roba che se vado a Villa Serena di sicuro limono peso. Che non sarebbe male visti gli ultimi risvolti della mia vita sentimentale. Ma non posso fare unicamente affidamento ad uno yogurt. E nemmeno ai cereali del gallo che mi sembra dire: “ma guardati”. Mi mette davanti all’evidenza che Susanna era troppo per me. Che avevo avuto un colpo di fortuna e me l’ero giocata non del tutto bene.
“Alle donne bisogna farle divertire, sempre” mi aveva detto una volta mio nonno sorridendo a pranzo. Mia nonna lo aveva guardato con complicità, alla loro età. Era una scena stupenda. Roba che dovevo prendere appunti ed invece mi ricordo solo che da mangiare c’erano le intramontabili tagliatelle ai funghi che avevamo raccolto al mattino. Tutta roba fatta in casa, come una volta. Senza conservanti. Proprio come questi cereali. Che sono gli stessi dal 1906. Praticamente eterni. E mi trovo quindi davanti al fatto compiuto che la colpa è mia se non riesco a portare avanti un qualsivoglia progetto per più di un tempo determinato diciamo di otto mesi? Un anno al massimo. Ed è la stessa cosa che mi rinfacciava Susanna con i suoi piani di lungo periodo e la sua definizione degli obiettivi intermedi. E il suo shopping programmato e la sveglia pure la domenica mattina. Che suonava ad un volume spropositato e lei mi sorrideva dicendo: “tu dormi pure”. Tu dormi pure un cazzo, dopo che i Napalm Death mi hanno fatto un concerto nell’orecchio voglio vedere il tempo in cui mi riaddormento. Insomma mi giravo nel letto e poi non potevo fare altro che andare in cucina dove lei era seduta dove sono seduto io adesso con lo yogurt di Alessia Marcuzzi.
“ah, sei sveglio” mi sorrideva meravigliata. Con quella faccia che mica potevo dircelo di andare a fare in culo. Aveva quei capelli lisci che si facevano attraversare dal sole fresco del mattino e quella posizione con un piede sulla sedia ed il ginocchio accanto al mento.
Così rispondevo “già” grattandomi la nuca.
Per lo meno evitavo di sorridere anche se, nonostante tutto avrei voluto abbracciarla, probabilmente c’entrava lo yogurt di Alessia Marcuzzi. Mi sa che è vero che la faceva diventare più figa. Peccato che comunque rimanesse una gran rompicoglioni.
Non mi manca per niente guarda.
Sono felice assieme al gallo della Kellogg’s.