domenica 1 marzo 2015

Analogie e differenze tra Trieste e Lisbona

e a un certo punto tutto cambia.
Se pensi alle stagioni, alle persone, ai canali della televisione o alle tue mutande non ti stupisci. Però se ti accorgi che a cambiare sei tu, senza che nessuno te lo abbia fatto notare, allora credimi che qualcosa scatta. Come un colpo fortunato di roulette russa: tac.
Il silenzio è rotto solo dal 2 che stridendo sulle rotaie sosta sotto la mia finestra. Apre le porte e mi dedica una serenata a cui stasera non rispondo. I tram sono abitudinari come i cani e vanitosi come i gatti.
Il cielo è buio e sento freddo fin dentro le ossa. Mi sento addosso lo sguardo severo della luna che trafigge il vetro disegnando aloni di polvere atavica. Potrei tirare le tende ma non lo faccio. Mi liscio la barba di qualche mese e con le vertigini cerco di non pensare a te. Intanto il semaforo si fa verde, il 2 chiude sbuffando le porte e riparte fino a morire nel silenzio della notte. Spero in qualche schianto tremendo che mi riporti alla realtà.
Ancora silenzio e odore di notte.
Se fosse qualche tempo fa mi sarei già stappato una bottiglia ma ho smesso di bere e, come se non bastasse, non ho mai iniziato a fumare. Rimango impotente a subire la luna. Sono solo, prigioniero di questo attimo infinito. 
Continuo ad avere i tuoi occhi davanti ai miei e ad avvertire il sale delle tue lacrime sul mio petto. Come in un disco incantato i tuoi singhiozzi mi rimbombano nella testa e il tuo profumo non mi si stacca dal naso.
E' già passato più di un mese da quando ti ho detto basta ma tutto è ancora fermo ad allora. Il letto dove abbiamo fatto l'amore l'ultima volta è ancora sfatto e nessuno ci ha più dormito. Il cartone delle pizze è sul tavolo e sul pavimento ci sono ancora i mille pezzi di vetro della bottiglia di vino che tu non hai bevuto.
Non so perchè quella sera dalla bocca mi siano uscite quelle parole. Non so in quale parte di me si fossero nascoste fino a quel momento. Non so nemmeno se mentre le pronunciavo credessi veramente in quelle parole. Ma se tu hai creduto in quello che ti ho detto, probabilmente te lo aspettavi o almeno mi ritenevi in grado di poterle dire. Non mi hai nemmeno chiesto spiegazioni. Mi hai fissato negli occhi in silenzio per un attimo che non finiva mai. Poi ti sei avvicinata e hai appoggiato la testa al mio petto. E' stato allora che ho sentito che stavi piangendo. Solo allora mi sono reso conto che le lacrime di gioia hanno un sapore diverso. Poi ti sei staccata e ti sei accorta di essere ancora nuda e singhiozzando ti sei coperta con le mani la tua vergogna. Non mi hai più guardato negli occhi. Quando hai chiuso la porta ti voltavo le spalle e fissavo la luna dalla finestra. E' stato come destarsi da un sogno.

Trieste e Lisbona si fissano negli occhi e, senza potersi abbracciare, si specchiano nell'acqua.

2 commenti:

bla78 ha detto...

Su Agon Channel tutti i giorni alle 13 c'è "Quello che le donne non dicono", talk show al femminile condotto da Monica Setta: ogni giorno ci sono 2 ospiti che si confrontano.

comune ha detto...

Grazie di cuore Bla78 per i tuoi preziosi suggerimenti... Non vorrei smontarti un mito dicendoti che questo blog lo legge solo Gaetano e di Monica e Teresa non gliene frega un cazzo