venerdì 13 novembre 2009

Una discussione

L’altra sera ho avuto una discussione. Strano per me che cerco sempre di evitare queste situazioni. Mi vesto non eccessivamente fuori moda da farmi notare, prediligo i colori scuri così che non si riesca bene a ricordare se mi ero o non mi ero messo effettivamente quel maglione scuro. Che poi non me lo ricordo nemmeno io. E succede che a volte finisco a vestire sempre gli stessi vestiti per settimane senza rendermi conto che sarebbero anche sporchi. Comunque ripescando il filo del discorso ed i suoi piombini fissati coi denti l’altra sera c’è stata questa sorta di battibecco. Insomma ero in quel locale che mi piace un mondo. Abbastanza trasgressivo per avere sia un numero di decibel che i prezzi ragionevolmente bassi. È un posto praticamente sconosciuto dove giuro una volta hanno pure appeso un quadro che io avevo dipinto. Ci sono le sedie deliberatamente spaiate e ciondolanti ed io sono parecchio amico col barista. Ci diamo del tu e barattiamo soldi con birre. Si chiama Stefano e non ho ancora trovato un diminutivo o un soprannome che gli possa calzare. Che in quel posto tutto è talmente creativo che mi sento annientato. C’è una sorta di luce galleggiante che illumina tutto e anche la più grossa stronzata puzzolente sembra una trovata geniale. Roba tipo merda d’autore ma in aria più indierock da occhiali spessi e camicia in flanella. Quelle cose di moda e notevoli loro malgrado. Quelle che ci faranno sorridere quando saremo vecchi, impotenti ed in aria di demenza senile. Bè insomma ieri sera ero ancora una volta al bancone e c’è stato questo scambio di battute. E ribadisco che io non volevo proprio. Ci siamo detti due cose io e Franco. Ma non è che poi abbia tanto importanza. Mi era sembrato quand’ero là.

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