giovedì 2 giugno 2011

Ansia da prestazioni

È inevitabile, quando mi sforzo di scrivere di qualcosa non ci riesco. Non so mi dico oggi racconto di una giornata al mare dove c’è quella sensazione di inadeguatezza data da un persistente odore di candeggina che mi ripropone il telo su cui mi sciolgo al sole e tutto quello che mi viene è una persona una persona incastrata in auto a cercare di infilarsi il costume. Una scena che mi fa necessariamente pensare alle cabine del telefono per Superman, e divago. E vado sempre a finire dove non mi immagino e dove non serve. Un po’ come quando mi costringo a risultare interessante ed intavolo un discorso. Di quelli fiume i cui affluenti sono vino rosso e birra chiara. Di quelli che nelle intenzioni dovrebbero essere definitivi, imprescindibili. E solo che mi perdo e Stefania interviene. Obietta. Ed io che speravo non ascoltasse.
“ok, starò pure generalizzando” ammetto.
E recupero da bere.
E penso a come stupirla.
E intanto lei aspetta che io prosegua. Proseguire cosa? Che tutto quello che mi viene in mente è il suo top. Ed un video di Madonna. Roba anni ‘80. Figuriamoci se adesso riesco a riprendere il filo del discorso. Certo però non posso darle ragione, anche se l’avesse. È una questione di uomo-cacciatore-raccoglitore. Roba che ho nel DNA. Insomma non posso averci torto, anche se avessi torto marcio.
Quindi sorrido e le dico che secondo me non ha capito niente. E brindo alla mia vittoria concettuale.
Lei non si scompone, nemmeno per mandarmi a spendere. Appoggia le mani sul tavolo, quelle unghie laccate che riflettono la poca luce del locale fatiscente per coerenza politica. Gli altri con noi intanto sembrano già essersi disinteressati alla discussione. Guardano qualcosa su un cellulare che si collega ad internet. E ridono tutti che vorrei riderci anche io.
Stefania invece ha ripreso a parlare.
So che dovrei raccontare quello che ci siamo detti ma sono più interessato ad inventarmi quello che succede al tavolo accanto dove uno che c’avrà la mia età si è addormentato e gli amici lo stanno truccando da donna.
Ah, poi c’è quella storia del cavallo che entra in un bar. Ma non è questo il momento di raccontarla anche se certamente il posto è quello giusto: un bar appunto.

1 commento:

Casa Editrice Gigante ha detto...

è bello brindare alla vittorie concettuali!