martedì 15 gennaio 2013

Shiraz australiano


Non so perché stasera mi sono ritrovato a mangiare delle noci. Così, lontano dai pasti. Solo per allungare un po’ la serata. Perché volevo parlare con un amico che era un po’ lontano ma non avevo voglia di riprendere tutti i discorsi sospesi, quegli spaghetti di riso cinesi che non si riescono a sbrogliare. Volevo ricominciare tutto. Lavare il tavolo con tutta la vodka che abbiamo bevuto ed accendere tutte quelle sigarette che ci siamo sempre rifiutati di fumare dietro alla birra. Ed iniziare dalle prime battute inespresse che non sapevamo dove andavano a finire e che iniziavano ad avere senso quando la barista ci sorrideva valutando il nostro potere d’acquisto e la nostra determinata intenzione di acquistare. Cazzo, mi sarei potuto comprare tutti i vitigni di Shiraz australiani per un altro sorriso. Ma ho dovuto vomitare. Chissà come sarebbe finita sennò quella serata.
Ogni tanto quando ci incontriamo per caso io ed il mio amico ci ricordiamo ancora qualcosa di quel momento e ci fermiamo un attimo e non diciamo niente. Lo so che entrambi ci domandiamo che fine ha fatto quella cameriera e perché è così sopravvalutato lo Shiraz australiano. E non può essere tutta una questione di importazione. Ci dev’essere qualcos’altro, qualcosa che non abbiamo capito quella sera e che ci è sfuggito per sempre ed ha acquisito un senso per sforzarsi in un pensiero sbriciolando noci cercando di inventarsi la prossima pagina della nostra vita.

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