lunedì 27 maggio 2013

Ivan


Aspetta che passi una macchina davanti al suo tavolo di plastica rossa. La vede arrivare da lontano e proseguire a velocità costante fino a passargli davanti. Si ferma un attimo ad osservare la luce degli stop rossi che sobbalzano per l’irregolarità della strada. Poi si gira ed aspetta la prossima auto. Beve un sorso dalla sua bottiglia sgasata e calda, si appoggia allo schienale della sedia consumato del sudore estivo e dalle piogge sotto cui è stato dimenticato. Non saprei dire se pensa a qualcosa, ha la stessa faccia dei bambini rapiti dalla televisione. Non parla e non ha compagnia. Aspetta l’ora di chiusura. E la prossima auto, e la prossima ancora. È talmente sottile che sembra quasi non aver bisogno di respirare. Ha qualcosa degli indiani d’America fotografati sui grattacieli. Gli piace ascoltare la musica italiana ad alto volume nei pomeriggi d’estate, quando tutte le finestre del vicinato sono aperte. Ama indistintamente Vasco Rossi e Fiorella Mannoia, non gli dispiace Gigi D’Alessio. Quando ascolta la musica siede nel suo terrazzo a torso nudo. Ha un dondolo di quelli che mettevano negli hotel della riviera con i cuscini consumati e rattoppati con lo scotch da pacchi. Ogni tanto ci si siede, spesso sta in piedi e cammina avanti e indietro. Non so cosa cerca e non saprei dire se è felice. Tutto quello che posso dire è che esiste. Anche stasera gli sono passato davanti in auto senza rallentare.

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