giovedì 27 marzo 2014

Autoreferenziale

Succede che devi smettere di essere autoreferenziale. Morderti la lingua mentre aspetti l’antipasto ed hai già bevuto 2 bicchieri di vino per ingannare l’attesa. E l’aria sa di metallo zincato nel naso consumato dalle più disparate allergie che non ti curi nemmeno più di verificare. Compri solo quantità industriali di fazzoletti balsamici. E tutti sanno che hai sempre un fazzoletto per loro. Ecco questo è appunto quello che dovevi evitare, l’autoreferenzialità. Se dev’essere così tanto vale che ti alzi e te ne vai. Senza nemmeno aspettare la cena che hai ordinato. Perché non ci interessi, abbiamo bisogno di dinamismo del fare. Siamo stanchi del sempre e solito esistere. Non so se ha senso. Comunque dai un calcio ad una sedia. Così, per aumentare l’entropia. Il cameriere ti guarda con sufficienza. E tu raccogli una fetta di pane dal cestino intrecciato che hai davanti. E lo butti giù con un altro sorso di vino che ti secca la gola. Ed aspetti che la giornata finisca con la solita scusa che sei stato impegnato e domani sicuramente non sarà così. Quindi fai così: esci e fallo.
E te ne vai senza nemmeno pagare il vino che hai bevuto.

Il cameriere si mostra ancora più disinteressato di me e lascia il tavolo apparecchiato e pulito per metà.

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