lunedì 19 febbraio 2007

il tartaruga

tartaruga è un collega. il mio lavoro fa schifo ed il suo esserci mi motiva ogni giorno. prima che venisse assunto passavo il tempo, tra un compito stupido ed uno idiota, giocando con i videogiochi acclusi nel cellulare nei quali avevo iniziato ad eccellere. franchino, peccando di caparbietà, aveva scommesso e perduto euro dieci sfidandomi al bowling. poi, arrivò tartaruga. un sorriso mi si stagliò quando lo vidi varcare la soglia del dipartimento di assistenza tecnica, una sana risata quando cercò di sistemare il suo corpo spropositato sulla claudicante sedia del tavolo 4C. 4C è il codice impresso sul computer, da qui il nome del tavolo prima di diventare quello di tartaruga.
giacomo, secondo il contratto, avrebbe un ruolo di supporto al lavoro del sottoscritto e di maria ma in realtà è più il mio passatempo. maria è sempre troppo impegnata a leggere cosmopolitan e a lamentarsi delle telefonate ricevute dai clienti. maria una volta mi ha fatto un bocchino della madonna.
tartaruga invece obbedisce e, abbassando la piccola e precocemente calva testa, controlla una documentazione noiosissima destinata ai tecnici. è efficiente ed, entro i rigorosi limiti del suo scarso quoziente intellettivo, un genio. io intervallo il mio lavoro a momenti di scherno che lui prende come dimostrazioni di amicizia. gli tiro fogli appallottolati, mi complimento per una inesistente rinascita dei bulbi piliferi ed indotti capelli e gli dò sempre un sacco di lavoro da fare. a volte mi pulisce l'auto. un giorno gli ho messo anche un paio di puntine da ingegniere sulla sedia e lui è schizzato in piedi. regolarmente gli sputo nel caffè ed ho accumulato un debito di centossessantatrè euro che non restituirò. a volte mi sento in colpa, almeno due volte al giorno credo potrei morire di fame. come poco fa quando ho mandato il tartaruga da pino a comprarmi una caprese con aggiunta di rucola. ora gli devo centossessantasei euro e cinquanta cents.

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