lunedì 9 aprile 2007

un concorso da 10€

avevo fatto un lavoro stupendo. ero convinto mi avrebbero pubblicato. avevo partecipato ad un concorso con quei periodi perfettamente calibrati. con una struttura triangolare. precisa. e dovevo solo aspettare. attendere quel mese di consultazioni per poi ricevere una telefonata. bevvi una birra sorseggiandola lentamente dalla bottiglia. “congratulazioni” mi avrebbe detto meccanicamente una voce femminile e fredda “il suo racconto è stato ammesso tra i finalisti del concorso ..., pertanto ci allieterebbe la sua presenza durante la cerimonia di premiazione”. ed io avrei risposto accomodante e per nulla sorpreso “ok”. e lei si sarebbe incuriosita ed avrebbe dato una scorsa alla mia cartella. alla mia storia. si sarebbe mordicchiata il labbro inferiore con gli occhi attaccati alla pagina. ci avrebbe visto Gli Amanti, annusato menta selvatica e salvia, ascoltato le arie calme di un cristallino lago piatto di montagna. avrebbe assunto un contegno imbarazzato quando ci saremmo trovati faccia a faccia. probabilmente bionda come Maria, la protagonista del racconto.
fumai una postorgasmica sigaretta rilassante. dovevo solo aspettare. dissimulare come i neomiliardari vincitori alla Lotteria Italia. e così feci. ottenni un lavoro da McDonald’s ed ogni volta che mi toccava di pulire i cessi. coi guanti gialli fino ai gomiti ed il carrello degli attrezzi, lanciando verdi e chimicamente profumate compresse nei pisciatoi, ripetevo i miei versi.

amare una donna è una notte estiva con la finestra aperta:
la dolce brezza ci accarezza, ci culla;
e le zanzare rompono i coglioni.


attesi il passare di quel mese cancellando i giorni che passavano con una croce nera ed indelebile sul calendario alla parete. ogni mattina cancellavo un quadrato annusando per brevi secondi le esalazioni tossiche ed euforiche dal pennarello. idrocarburi. era la mia droga, ed ogni giorno era migliore.
dopo qualche mese l’inchiostro finì.
realizzai: “quei testedicazzo del concorso si sono fottuti i miei 10 €!”.
o semplicemente avevo sbagliato indirizzo.

e siamo contenti quando riusciamo a beccare una zanzara,
a fargliela pagare, vendicarci, essere cattivi;
ucciderla: finirla.
poi non riusciamo più a prendere sonno.

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