giovedì 12 marzo 2009

Alcolico

Stamattina è troppo presto, il cielo è ancora nero ed ho la faccia da assassino, da maniaco, da sfattone, una di quelle facce comuni, da fototessera della stazione scattata un lunedi di buon ora, alle 6 e mezza, mentre fissi il punto sullo schermo con sotto scritto guarda qui. Ho la fretta del tempo che mi riga le guance e la fronte, gli occhi spiritati, elettrici con quel barlume di follia a rete di capillari rotti o almeno indolenziti. Una cospirazione di serpenti terrestri e mostri marini ad ornarmi la testa e coprirmi i pensieri e le preoccupazioni di arrivare a trent'anni come sono arrivato a 29, con la schiena dolorante e la pelle masticata, graffiata, il vuoto esistenziale mai colmato che come una voragine mangia buchi neri univerali, con i vestiti buttati addosso e le scarpe smangiate dai granelli d'asfalto e le arterie che cominceranno a saturarsi di colesterolo, apparentemente senza una valida motivazione. Il cielo asfaltato ed il marmo brillante delle soglie dei condomini con portineria, i pomelli d'ottone lucidi, gli zerbini immacolati ed i numeri al posto dei nomi sui campanelli, quando mi ricordo che una volta era tutto diverso e non avevamo bisogno di ridicoli espedienti per proteggere la nostra privacy. Il sole sostituito da un lampione in ghisa alogeno diffonde luce naturale e dentro ai supermercati affollati non riesci a renderti conto del tempo che passa, sfreccia furtivo anche quando non te ne accorgi e meno te l'aspetti. Esci rapinato di prezioso tempo, manciate di mezz'ora dimenticate tra gli scaffali asettici dei prodotti in offerta speciale, tra le chiacchiere delle cassiere insoddisfatte e scazzate con l'allergia al nichel che rovina le mani ed il turno del sabato pomeriggio, le vene varicose in anticipo sulla tabella di marcia... anche Giovanni Lindo Ferretti sarà stato felice, forse. Ti chiedi quante persone moriranno quella notte e quante nasceranno giusto per farti un'idea, un bilancio sulla crescita demografica espresso in numeri reali. Ti sfoghi con il cielo e ti ordini tre birre per volta perchè è inutile aspettare di finirne una ad una quando sai che la sete nel mondo non si placherà e che il tre rimane l'unico numero perfetto nonostante la tua religiosa convinzione ti porti a pensare che tutte le cose belle ed utili al mondo siano sempre due e vadano sempre in coppia, come le tette della ragazza del tuo amico frocio o le chiavi della tua macchina per la quale ti sei impegnato a pagarne un poco per volta per tutta la vita sperando che nel frattempo non finisca il petrolio e dunque la benzina oppure che non ti venga data alle fiamme durante qualche sommossa popolare, qualche guerra civile o guerriglia urbana magari un assalto al forno. La notte porta consiglio. Probabilmente non conosce il mio indirizzo e continuo ad aspettarlo giorno dopo giorno con un barlume di speranza. Una candela fioca che libera una luce tremante come la voce di un vecchio asmatico, pesantissima e sofferta. Mi ripeto continuamente che non ha senso e concordo con il mio amico, quello che sostiene sempre che è tutta una trufffa, solo una grande truffa e tu lo sai bene, mi dice. E' vero, lo so bene e lui la sa lunga. Tutti lo sappiamo, chi più chi meno, che il sudoku è solo un palliativo per la nostra autostima. E quando ce ne rendiamo conto vorremmo lanciarci come un treno per le strada male acciottolate del centro passando sopra tutti i cattivi pensieri e le calunnie, la malvagità della gente, gli abiti su misura di giovani rampanti della KPMG che tornano dal lavoro solo dopo le 21 stanchi morti, i sorrisi al fosforo degli incravattati ed i capelli impomatati dei consiglieri senza scrupoli. Non permettere ai semafori di regolare il nostro pensiero ed alle ordinanze comunali di regolamentare il nostro spirito. Ci regaliamo un venerdi-sabato-domenica con cadenza settimanale ma ci rendiamo conto che solo il mercoledì vale la pena. Gli alcolizzati dribblano ostacoli che non riusciamo a vedere, i tossici si contorcono per resistere alla forza del vento stellare e le ragazze seguono intontite lezioni di GAG per ridurre l'adipe in eccesso dai glutei, dagli addominali e dalle gambe mentre uno strato di polvere si deposita sulla loro corteccia cerebrale e si trovano ad invidiare la forma smaliante delle loro coetanee che popolano qualche remota regione occidentale del Sudan; io guardo gli uni e gli altri dal mio treno lanciato a tutta velocità senza fermate intermedie per i viali male acciottolati della città. La notte si risolve in un grido di dolore, a volte in un gutturale rutto, uno schianto od un gemito, a volte invece non si risolve per niente e dura, persiste nel continuare a pesare sulle spalle di chi non riesce a scrollarsela di dosso, di chi ha sonno ma non iresce ad addormentarsi, di chi è a Milano e vorrebbe semplicemente non esserci. I poliziotti che mangiano un kebab alle 4 del mattino mentre i travestiti imparruccati con la barba di due giorni litigano con le battone che sconfinano. Preservativi stanchi vengono furtivamente abbandonati dalle auto condensate pargheggiate in strade senza uscita e giacciono sul freddo asfalto in attesa del lavaggio stradale del martedi. Le camere d'albergo a debito di stelle, melanconicamente piene, con gli occhi sempre accesi sulla via accanto agli appartamenti sfitti, con le colate d'umidità alle pareti e la carta da parati che si scolla tra la puzza di muffe, muschi e licheni. I cani, col fiato che gli si fa corto e greve, devono tenersi la pisciata per otto ore consecutive in silenzio senza conoscerne il motivo magari solo perchè il padrone obeso sprofondato nella sua poltrona massagggiante comprata a comode rate in qualche televendita dialoga con il suo uccello stanco bombardato di tette strabordanti lanciate a flash dal tubo catodico. I calcinacci si staccano dalle pareti dei condomini dell'Aler mentre i venditori ambulanti dai sorrisi d'avorio allestiscono il banco delle borse griffate taroccate, i luridi dai loro camioncini illuminati come i luna park di Coney Island o Santa Cruz friggono pancetta ed arrostiscono salamelle da accompagnare con peperoni e cipolle, salsa BBQ e morettone in vetro da 66 per attentare alla salute degli irriducibili delle 4 e mezza. L'orologio è fermo ed il cielo ancora buio, si respira aria meno pesante ma i rumori sono infinitamente più nitidi ed amplificati dal vuoto. Cadono spiccioli sul marciapiede che sembrano detonazioni, passa la circolare e ti ritrovi a Cape Canaveral mentre le scintille del filobus sono stelle comete laiche, blu.

1 commento:

nome ha detto...

d'altra parte è così!
ottimo davvero. come trovare un buon vino in una bottiglia da 3 euro.