mercoledì 11 marzo 2009

Napalm beach

E' stata dura ma è passata.
Ieri, concerto degli Odp. Gratis e con 4 birre trafugate portate da casa. La crisi si fa sentire ovunque, anche in Giappone. Bello, mi hanno detto del concerto. Dopo aver con fatica conquistato una buona posizione, puntuale come una battuta scontata, alla seconda canzone, la vescica si è fatta viva. Abbiamo tristemente rotto le file e siamo andati al cesso, deserto. Mi è venuto in mente Prevert mentre pensavo a Buzzati, Dino. Pisciare con la porta aperta in un bagno pubblico infonde un senso di sicurezza e mi rilassa. Non mi sono lavato le mani. Non ritengo necessario lavarmi le mani dopo essermi grattato un braccio, non vedo dunque perchè farlo dopo essermi toccato l'uccello, il mio oltretutto. Da quel momento, il volto della serata è cambiato in un turbinìo di facce sfocate, denti irregolari, occhi e voci, birre finite, chiacchiere inutili, negroni, un paio di tentativi di copulazione falliti su tre e martini bianco scadente. Così poco è bastato per farci dimenticare del concerto, della svolta della Bolognina, del conferimento della laurea ad honorem ad Alexander Dubcek a Scienze Politiche, del pericolo scampato della crisi dei missili di Cuba, del fallimento dello sbarco nella Baia dei Porci, del doverci svegliare presto l'indomani per andare al lavoro. La serata è terminata verso le due e mezzo quando ho incontrato Anna, per puro caso. Era sbronza anche lei ma a differenza mia, lei aveva la macchina e mi ha accompagnato a casa. Avevo la bicicletta legata davanti alla stazione e là è rimasta fino a stamattina. Penso di aver mandato qualche messaggio forse sconveniente, sicuramente poco decente, stanotte. Probabilmente ho sbagliato anche i congiuntivi ma non mi va di controllare. Penso che non ha senso preoccuparsi della grammatica quando non si ha niente da dire. Mi sento un pò di tosse, avverto il solito rassicurante pulsare alle meningi e l'amico crampo addominale post-miscuglio mi tiene sveglio. E' già mercoledì.

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