lunedì 18 aprile 2011

Prodigy

Insomma è andato a finire che tutto quello che mi ricordo di lei è che spesso di pomeriggio andava a correre nel parco che aveva davanti a casa usando i Prodigy come colonna sonora. Per il resto ricordo quello che raccontano le fotografie che ogni tanto ritrovo. È una sensazione senza sapore come quei piatti in mensa che ci provi a riempire di formaggio ma anche quello sa di carta. È come se tutto quel tempo fosse passato solo nello specchio e nel sorriso che si appoggia sempre di più sulla mia faccia lasciando quei solchi da combattere con creme antietà che odorano della crema idratante che si mette ai bambini cambiando il pannolone. Pasta del Fissan credo si chiami.
E con questo non voglio intendere granchè.
Volevo solo controllare di essermi preparato bene.
Il footing non è uno sport così scontato come si crede, ci vuole metodo e la giusta predisposizione mentale. Un po’ come il sesso solo che uno è il mezzo e l’altro la finalità. Ma non ci soffermiamo su questa affermazione. Era per dire.
Andiamo avanti.
Andiamo a quelle scarpe Nike che conservo da quando erano di moda i jeans a vita alta. I tempi di Beverly Hills per intenderci. Arriviamo al parco che ho sotto casa. Ad una giornata di sole in cui è ancora ragionevolmente freddo per non sudare esageratamente. All’odore nostalgico dell’erba tagliata che si solleva sotto ai piedi. Al fatto che pensavo a Stefania ed ho provato a correre accompagnato dalle canzoni dei Prodigy.
Bè, ho scoperto che non è oggettivamente possibile correre ascoltando i Prodigy.
Stefania mentiva.
Quella troia.

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