venerdì 18 settembre 2009

Incontro una ragazza che conoscevo al liceo

È proprio il momento per dirlo. La vedo poco avanti. Non ci incontriamo dal tempo in cui ascoltavo ostinatamente musica di nicchia cercando di trarne qualche spunto per la quotidianità. Una frase originale. Filosofia spicciola.
Lei è sempre la stessa, fedele alla foto della carta di identità. Ha anche lo stesso sorriso troppo amichevole per sottendere qualcosa. I capelli biondi portati con una astuta coda di cavallo tra lo sportivo e l'elegante. Quasi da camicia jeans.

Il dj ripete le stesse canzoni di sempre. Incastrato nel clichè del classico intramontabile. Sì, succede anche nei locali alternativi come questi. La luce è quella che serve per guardare nel buio senza sentirsi troppo osservati. Con abbondanti tonalità blu e rosse a scontrarsi.
Un'altra canzoni indie rock con quelle basi vicino alla musica elettronica.
Non ci sono le luci stroboscopiche. Noto con disappunto.

Ritorno all'humus del mio palato. Alle spalle di Sabrina, chiamiamola così. Lei parla con un ragazzo che conosco e che mi riconosce. Ci ignoriamo a vicenda in una tacita tregua nella battaglia di ricordare l'uno il nome dell'altro. Io mi guardo attorno aspettando il mio turno, simulando una conversazione. Mi sento in fila al banco dei salumi Coop col mio biglietto numerato in carta rosa in mano.

Andrea mi racconta dell'ultima bicicletta che gli hanno rubato. Mi descrive nei minimi particolari il telaio verde. Dice che c'era una marcia che non si inseriva. L'aveva comprata ad un mercatino dell'usato.
“non ci avevo dato molto” aggiunge.
Sembra concretamente dispiaciuto ed io mi rendo conto che nella mia autarchia nemmeno sapevo possedesse una bicicletta. Il che ora è anche corretto.
Decidiamo quindi di infilarci in coda per un'altra birra. Mentre ci allontaniamo mastico i particolari di Sabrina.
- Legge poco.
- Ha paura a parcheggiare la macchina sola nel garage a pochi passi da casa sua.
- Non esce mai da sola.
- Immagino beva poco.
- L'ultima volta che mi ha incontrato ha domandato “come va con l'amore?”. Ci teneva a dirmi che per lei andava malissimo.
- Odia le discussioni di politica.
- Ha un culo quantomai eloquente. Lo ricordo in un paio di pantaloni attillati grigio chiari. Stavamo tornando da scuola.

Pago le birre e passo lo scontrino a Marco per andarle a ritirare. Burocrazia.
Noto che questo locale è affollato inspiegabilmente da zanzare e che le mie scarpe stanno perdendo inutili pezzi di suola diventando fuori moda.
Marco torna con i due bicchieri di Chiara. Cerco Sabrina ma non la trovo più, spero tanto non si sia sentita tradita.

Nessun commento: