venerdì 4 maggio 2007

Astral blu

Ridere in faccia alla morte non è cosa da tutti. Canzonare la morte sapendo di averla a poche ore di distanza può solo essere il frutto di un cocktail shakerato di coraggio ed incoscenza in dosi di due terzi ed un terzo. Masticare anacardi del Brasile sorseggiando birra scura appollaiato sullo sgabello consumato di un locale buio, forse può aiutare.
Aver sconfitto notti insonni affidandosi a rum di bassa lega forse non fa curriculum ma sicuramente avvicina le luci del giorno e strappa di bocca un pensiero “anche stavolta ho tirato a domani”.

A Bologna piove e gli autobus sono in sciopero. In giro per la città, sotto i portici, voci riecheggiano “se solo avessimo la metropolitana...”.
A Milano piove forse anche più che a Bologna e, sia i bus che i metrò, sono in sciopero. A Milano voci vengono sopraffatte dal chiassoso traffico cittadino “se solo ci fossero i portici...”.

Carlo approdò a Milano scendendo da un interregionale partito da Bologna, ormai qualche anno fa. La prima cosa che fece fu uscire dalla stazione e cercare un bar. Quel giorno camminò veramente tanto prima di incappare nell’insegna genuina e calda del “bar Gino” dove continuò a bere sino a perdere i sensi. In seguito ha provato più e più volte a cercare quel posto senza mai riuscirci, perchè gli sembra di ricordare di non aver pagato l'ultimo rum cooler. Oggi Carlo è ormai convinto che quel bar non sia mai esistito; "è stato solo il frutto di una allucinazione alcolica impressa nella mia immaginazione" è quello che si ripete. Proprio come accadde, esattamente al contrario, quando, sbronzo, raccontò a Franco che suo bisnonno emigrò in America. Dal giorno dopo quella bevuta, Carlo è fermamente convinto che il nonno di suo babbo, Sergio, nel 1907, in Maggio per la precisione, approdò a Manhattan. Anche Franco oggi ne è convinto. In verità Sergio, nel Maggio del 1907, stava bevendo un bicchiere di rosso seduto al tavolo di casa sua aspettando che smettesse di piovere.
Carlo a Bologna ha lasciato tutto quello che un uomo può avere. Le amicizie, i luoghi vissuti, gli amori bruciati e la bicicletta. Un rarissimo modello di Astral azzurra con freno posteriore a scatto fisso. Una bicicletta difficilissima da governare. I pedali sfruttano un misterioso sistema che permette di frenare invertendo la direzione della pedalata. Carlo era uno dei pochi in grado di sfrecciare in tutta sicurezza nella giungla urbana di via Irnerio o Via San Donato, dribblando autobus dell’Atc, auto, camion dell’Hera e pedoni come fossero innocui birilli.
Una settimana fa, una voce amica gli annunciò per telefono “Carlo, ti devo dare una bruttissima notizia... ieri ti hanno rubato la Astral. Stamattina ho trovato la catena spezzata a terra. Mi dispiace...”. Non rispose. La voce gli morì prima di uscire ed in gola gli si formò un nodo duro quanto quelli di certe tavole in rovere. Abbassò il ricevitore, alzò lentamente lo sguardo sino alla finestra e vide che pioveva. Si sentiva svuotato come un furgone dopo un trasloco. Lui, Carlo, era stato uno dei pochissimi “fortunati” (come lo definiva la gente) o “migliori” (come amava invece dirsi lui) che, per sei lunghi anni, era riuscito a non farsi mai rubare una bicicletta. Un vero primato per Bologna. Ora a Milano, si sentiva definitivamente fottuto.

Anche oggi, come una settimana fa, piove su tutto il nord Italia. Carlo si è svegliato presto stamattina. Il cielo grigio non è molto diverso dagli altri giorni ma piovono gocce penetranti, grandi e fredde. Il traffico è intasato come sempre ma il rumore è diverso, più liquido. Dalla finestra si vedono solo colori accesi e lucidi con forme rettangolari e rotonde che affollano strada e marciapiede. La caffettiera sul fuoco chiama e Carlo non risponde assorto tra i suoi pensieri "chissà come se la passano i miei cugini americani?".

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