lunedì 15 gennaio 2007

riciclare!

era senz'altro uno scatch divertente. difatti mi si stagliò un sorriso diagonale per qualche secondo. poi recuperai qualche altro salatino. e la smorfia si aprì, prima in un pertugio, poi in una voragine dove precipitavano i croccanti snack. qualcuno implorava clemenza appigliandosi a molari e premolari ed io, insensibile, li annegavo con una sorsata rinfrescante. perché ne avevo proprio bisogno con la sete estiva causata dall'inarrestabile riscaldamento condominiale. fiorini, il settantaquattrenne del primo piano, l'aveva fatto accendere all'inizio di novembre nonostante il permanere di un caldo eccezionale. da allora giravo in casa con pantaloncini e maglietta. per uscire ripescavo capi invernali solo quando ripescavo la ferrosa dalla cantina per mimetizzarmi tra gli universitari biciclettati che sferragliavano in multicolori bici. qualche volta in quel periodo mi ero anche spinto sui primi colli ritrovando una vegetazione certamente primaverile o al massimo settembrina. avevo vent'anni e mi sentivo testimone di un cambio epocale.
"è il surriscaldamento globale"
sì, quella la causa. gli esperti poi additavano colpevoli noi, le nostre auto, le fabbriche, i deodoranti e via dicendo.
"riciclare!, questo dev'essere l'imperativo", ripetevano.
ma era infinito e quello un trend passato con la fine degli anni novanta. io certo poi continuavo provarmici anche in quel periodo: avevo un sacchetto grande per le lattine e uno piccolo per i resti di cibarie. le bottiglie semplicemente le affiancavo sui mobili e in alcune avevo infilato qualche candela. creavano una bella ed accogliente atmosfera. anche i miei coinquilini conservavano le bottiglie. ma probabilmente il nostro era un tentativo di procrastinare la discesa per le ripide scale con una quantità sovraumana di tintinnante vetro. mi immaginai schiacciato da un sacco nero pieno delle bottiglie di vino comprate a pochi passi da casa. il calore aumentò solo all'idea dell'impresa erculea. ingollai l'ultimo sorso di birra. poi mi alzai affaticato e lanciai la lattina nel sacchetto ad essa preposto.

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