giovedì 25 gennaio 2007

i miei denti

Mi sono visto nello specchio e, prodigandomi in un finto sorriso, sono giunto alla conclusione: ho i denti gialli.

Non fumo, non bevo caffè, me li lavo tre volte al giorno. Non mi spiego come sia possibile.
Con l’unghia del mignolo, come Tommaso davanti a Gesù, ho voluto vedere se quello che lo specchio riflette corrisponde alla realtà. Ho provato a calcare un poco passando l’unghia sull’incisivo superiore destro e con grande stupore ho avuto la comferma: ho i denti gialli.

Probabilmente, come insegna Ivan Petrovič Pavlov, per un riflesso più o meno condizionato, ho cominciato a passare in rassegna tutte le mie azioni routinarie in cui, in qualche modo, sono coinvolti i miei denti.
Faccio colazione appena sveglio e subito dopo mi lavo i denti con il dentifricio dell’Antica Erboristeria sbiancante alla salvia e bicarbonato. Questo dovrebbe essere un punto a vantaggio dei denti!
In ufficio non bevo altro che acqua naturale.
Dopo pranzo, mi lavo subito i denti con il dentifricio che l’ufficio mette a disposizione. È Durban’s ultrasbiancante; sul tubetto viene consigliato ai fumatori incalliti e dunque ingialliti...! Due a zero per i miei denti!
Durante il pomeriggio, come nel mattino, vado ad acqua come una pianta.
La sera ceno e prima di andare a letto mi ripasso tutti i denti con estrema meticolsità (sino agli ultimi e più difficili da raggiungere) sempre con il dentifricio alla salvia e bicarbonato. Tre a zero per i miei denti.
Una vittoria meritata e tutto sommato conquistata con facilità.
Non avevo mai fatto caso all’attenzione che dedico quotidianamente alla mia igiene orale. Devo ammettere che ne vado fiero. Una sana abitudine inculcatami da piccolo, che non mi comporta grande impegno. Quasi quasi mi viene da pensare al lungo periodo (noncurante dell’affermazione di John Maynard Keynes: "In the long run we’re all dead”!); “chissà che con questa paziente attenzione e cura della salute dei miei denti, tra 20 o 30 anni non riesca ad avere ancora i miei denti in bocca e qualche migliaia di euro in più in tasca, anzichè una protesi dentaria omologata!”. In questo momento un’immagine bruttissima mi passa davanti agli occhi: un viso, che potrebbe essere il mio tra qualche anno, sfoggia un sorriso candido e smaliante, semplicemente artificialmente perfetto.
Con un brivido che mi percorre per il lungo l’intera schiena, mi distolgo da quella raccapricciante visione e mi precipito a controllare i miei incisivi superiori.
Tiro un respiro di sollievo quando noto con rassicurante piacere che, al centro tra i due denti, la sbeccatura è ancora presente ed il loro colore ancora giallo.

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