martedì 30 gennaio 2007

prosciutto

mirko aveva sempre odiato il suo nome con la stessa intensità con la quale si odiano i pezzi di prosciutto rimasti incagliati tra i denti. succede sempre con i panini del buto. noto bar del quasi centro che, per la sua posizione incagliata tra una strada senza uscita ed un vialetto percorribile solo a piedi, è un lusso di pochi eletti. è uno di quei posti dove tutti si conoscono. dove girano sempre le solite facce e quelle nuove vengono inserite presto dietro un bicchiere di rosso od una gassosa. nell'aria c'è odore di salume, vino e consumate carte da briscola. qualche volta la musica di radio san luchino viene interrotta per il telegiornale "sul primo". si commentano poi tutti assieme le notizie con premesse tra il bolscevico e il campanilismo da ancient regime. è un di quei luoghi non toccati dall'inflazione degli anni novanta e dall'avvento dell'euro. nessuno capita per caso giacchè, proprio all'inizio della ricordata strada chiusa, abbagliano i neon del modernissimo cafè sol. questo offre cocktail selezionati, cameriere avvenenti e copioso buffet nelle ore dell'aperitivo. di converso franco non offre un cazzo, pero' segna. ha un libro con pagine e pagine di pagherò. gino è il primo della lista con i suoi 1003 euro tra prosecchi e brustulli. i suoi pagamenti hanno la puntualità degli orologi del dixan e c'è una scuola di pensiero, corroborata da abbondanti scommesse, che vede ormai prossima la data del fatidico "to' mo'" a chiudere la questione. il vecchio salda il debito almeno una volta all'anno e capitò nel duemilaquattro indovinassi esattamente il giovedì nel quale un pugno di euro stropicciati sul bancone coincisero con l'eliminazione, seppur temporanea, di gino dalla colonna dei morosi. con i duecento euro vinti pagai un paio di bottiglie di lambrusco poi, all'ora di chiusura, inciampai su mirko. prima che cambiasse nome.

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