martedì 28 novembre 2006

priscilla

non sapeva come fosse arrivato fino a quel punto. certo dalla finestra vedeva la sua auto e conosceva benissimo i 3km e mezzo del percorso casa-lavoro. sapeva i tempi di attesa dei semafori e le facce nelle macchine che accompagnavano le quotidiane tristi processioni cariche di grigio e rumori. quella mattina era in anticipo. passò il cartellino (nominato badge dall'anglofono e tecnologico HR manager) nel lettore magnetico e sorrise alla scheda che per 5 secondi gli veniva presentata sul monitor. codice, nome e cognome, giorni di ferie attribuiti, goduti e orario di arrivo. col medesimo buonumore si diresse alla macchina del caffè per il solito cappuccino. qualche passo ed era in ufficio. fu in ufficio. priscilla ovviamente si palesò essere la prima chiamata ricevuta, la aspettava. si diresse nel reparto amministrativo con le mani in tasca assaporando gli ultimi aromi sintetici del cappuccino istantaneo. bussò e si vide accolto da un sorriso accondiscendente dietro minimalista scrivania a supporto di 2 computer, 2 palmari e 3 cellulari. le penne e la carta intestata nel cassetto dei contratti in basso a destra. altre pagine bianche nella stampante. una grande fotografia di famiglia ad una parete. priscilla, moglie e i due figli: tutti con scriminatura a destra, vestiti chiari e colori seppia. una famiglia ideale: la moglie e bambini avevano salpato da 5 anni alla volta di una remota regione della francia meridionale. lo avevano lasciato solo con il suo oroscopo computerizzato abile a preconizzare l'evento. non per questo capace di renderlo evitabile. si sentì colpevole ma prima di qualsiasi parola priscilla sentenziò freddo.
"è stata una proficua e più che soddisfacente collaborazione la nostra, ti auguro il meglio per il futuro..."
non riuscì a rimanere sul formale presentandogli una piccolo pacchetto rettangolare. già sapeva dell'orologio, ne avevano parlato qualche giorno addietro. cercò di toccare i tasti giusti per lasciare una buona impressione, sapeva che priscilla prendeva la cosa molto sul personale, sapeva di esserne l'unico confidente. garantì si sarebbero tenuti in contatto e che avrebbe chiamato nei giorni a venire. poi salvifico il telefono squillò e colse il momento utile a defilarsi. non si aspettava nient'altro. fu in quel frangente che priscilla gli affidò, inattesa, una scatola di cartone per gli effetti personale recuperata accanto alla cassettiera. si allontanò così con l'incomodo pacco sotto braccio ed il telefono che suonava. non avrebbe risposto.

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